La privatizzazione della sanità lombarda dal 1995 al Covid19
Un’analisi critica:
Ne parleremo con l’autrice, che svela i meccanismi e gli interessi che stanno dietro al ruolo che i grandi gruppi della sanità privata si sono ritagliati in Lombardia negli ultimi 25 anni grazie alle strategie adottate da chi ha governato e continua a governare la Regione; dallo smantellamento dei servizi territoriali per privilegiare l’ospedalizzazione delle cure, dallo svilimento dei servizi di prevenzione alla drastica riduzione dei medici di base, agli infiniti tempi di attesa per una presentazione della sanità pubblica.
organizza: Oxservatorio Salute e Sanità del Rhodense
Menù: – Antipasto misto vegetariano. – Pasta con sugo e mollica. – Braciole di maiale alla Lucana (con peperoni e cipolle). alternativa vege: Involtini di melanzane, pomodoro e mozzarella. – Cheesecake ai frutti di bosco Su prenotazione lasciloria@gmail.com (indicare se vege)
Ore 22.00 – Inizio Live:
YELLOW FROGS (Blues)
Ingresso libero
CORTE POPOLARE di RHO Via Umbria n.8 – Loc. Biringhello
Ore 20.00 – Cena Popolare menu: antipasto: zuccarrosto ripiena piatto unico: lasagne fatte a mano (vege: lasagne al pesto con patate e cornetti) dolce a sorpresa Su prenotazione a lasciloria@gmail.com (indicare se vege)
Ore 22.00 – Inizio Live VOODOO CHILE Il Rock, Blues del ’68, cover di Hendrix, Rolling Stone, Van Morrison, Bob Dylan, Bossanova e Hit Italiane
Evento realizzato nel rispetto dei protocolli anticovid
La storia – vera – di un migrante egiziano dallo sfruttamento alle battaglie sindacale.
Dalla sua esperienza, un incontro che dai magazzini della logistica arriva alle fabbriche dove, oltre alla dignità, è messa sotto attacco la salute dei lavoratori
intervengono:
MOHAMMED ARAFAT
JARA ALDAVE STEVE – RLS SDA di Pregnana Milanese
MICHELE MICHELINO E SILVESTRO CAPELLI Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio
Menù:
– crostone salsiccia e stracchino (con i funghi per i vege)
– riso autunnale
– pollo al forno e patate (polpette vegetali per i vege)
– dolce
Su prenotazione a lasciloria@gmail.com indicare se vegetariani
(posti limitati)
Commemorazione per ADIL BELAKHDIM ucciso durante uno sciopero. Operaio alla TNT, poi organizzatore sindacale SI Cobas, padre di due figli, ha dato il suo impegno e la vita per le lotte degli sfruttati.
Parchetto in via Padova n.256 (prima della banca Angolo Via Angelo Emo)
OGNUNO POTRA’ PORTARE IL PROPRIO RICORDO DI ADIL AL MICROFONO.
LA MORTE DI ADIL NON E’ UN INCIDENTE, E’ UN OMICIDIO.
NON DIMENTICHIAMO E NON PERDONIAMO!
l’evento sarà accompagnato dalla musica dei Ciapa No
Tutti coloro che intendono dare un contributo per sostenere i familiari e le spese legali del nostro compagno Adil Belakhdim, possono inviarli a mezzo bonifico al seguente IBAN:
IT13N0760101600000003046206
Intestato a:
Sindacato Intercategoriale Cobas c/o poste italiane via Ruggero Bonghi, 7 Milano
Causale:
“per Adil Belakhdim, assassinato durante uno sciopero”
S.I. Cobas
NON E’ STATO UN INCIDENTE: ADIL E’ STATO AMMAZZATO IN NOME DEL PROFITTO!
Stamane, durante lo sciopero nazionale della Logistica Adil Belakhdim, nostro coordinatore della sede di Novara e membro del Coordinamento nazionale SI Cobas, è morto travolto da un Tir che ha forzato un picchetto davanti la Lidl di Biandrate (Novara).
Il presidio, composto da alcune decine di lavoratori, è stato investito da un autista criminale, che alla vista del presidio non ha esitato a premere l’acceleratore dell’automezzo travolgendo prima due lavoratori che a malapena sono riusciti a salvarsi e che ora sono ricoverati in ospedale, e poi schiacciando il nostro compagno, passandogli addosso e scappando.
Adil aveva 37 anni, era sposato e con due bambini piccoli, ed è stato per anni operaio della Tnt, quando aveva scelto di tornare al suo paese per avviare una attività. Le cose non andarono come erano state da lui programmate, e così era tornato da noi in Italia e si era attivato nel SI Cobas. È lui che ha dato il suo impegno in quel di Novara per costruire quel coordinamento provinciale, lavorando quotidianamente per sviluppare il SI Cobas sul territorio novarese. I compagni di altre città hanno avuto la possibilità di sentirlo all’ultimo coordinamento nazionale svoltosi domenica scorsa a Bologna, dove ha incitato alla lotta e alla partecipazione alla manifestazione di domani a Roma.
Due anni fa, quando il SI Cobas si è incontrato in Marocco con il maggior sindacato, lui era presente con la nostra delegazione e con generosità ci aveva ospitato a casa sua. In queste ore caotiche e strazianti risuonano ancora nelle nostre orecchie il messaggio vocale che Adil nella tarda serata di ieri ha inviato ai suoi lavoratori di Novara, nelle quali spiegava le ragioni dello sciopero nazionale di oggi e li invitava al presidio fuori a quegli stessi cancelli in cui ha incontrato la morte.
Per quanto ancora increduli ed esterrefatti, non possiamo tacere la nostra rabbia per una tragedia che non è in alcun modo derubricabile come un semplice incidente (come alcuni organi di stampa avevano fatto passare in un primo momento), né tantomeno come la semplice opera di un folle isolato! L’omicidio di Adil avviene infatti all’apice di una escalation di violenza organizzata contro il Si Cobas, che si trascina da mesi ed è oramai senza limiti. Le cariche alla FedEx Tnt di Piacenza, gli arresti, i fogli di via e le multe contro gli scioperi, le aggressioni armate di body guard e crumiri a San Giuliano e Lodi, passando per i raid punitivi alla Texprint di due giorni fa, sono parte di un unico disegno che vede i padroni e la criminalità organizzata (che fa giganteschi affari nella logistica) agire in maniera unita e concentrica per schiacciare con la forza e la violenza gli scioperi dei lavoratori contro il supersfruttamento e in difesa delle conquiste strappate negli anni dal sindacalismo conflittuale, in primo luogo dal SI Cobas: una violenza che è quasi sempre spalleggiata e alimentata dalla repressione spietata condotta dalle forze dell’ordine contro gli scioperi e le lotte operaie.
I PADRONI VOLEVANO IL MORTO E CI SONO RIUSCITI
Da settimane i padroni e i loro complici stanno veicolando sui luoghi di lavoro, con ogni mezzo e con ogni tipo di provocazione, il messaggio che i picchetti si possono sfondare, che operai e sindacalisti possono essere liberamente pestati a sangue, che gli scioperi possono essere schiacciati e le lotte messe a tacere con metodi mafiosi, il tutto con la complicità o il silenzio-assenso dello Stato e della polizia. Questa violenza esplicita e dispiegata è solo la punta dell’iceberg di una strategia politica tesa a silenziare le rivendicazioni dei lavoratori e a isolare il sindacalismo di classe, funzionale a spianare la strada alle prossime misure governative di attacco alle condizioni di vita e salariali di milioni di lavoratori, su tutte l’imminente sblocco dei licenziamenti.
In queste ore stiamo assistendo al solito balletto di dichiarazioni di sconcerto e di prese di posizione da parte dei vertici del governo, con in testa il premier Draghi che invita a “far luce” su quanto accaduto a Biandrate, e con Cgil-Cisl-Uil che, come di consueto, si decidono a proclamare lo sciopero solo quando il sangue operaio è già stato versato. Una dinamica simile a quella che è avvenuta anni fa alla Gls di Piacenza, quando Abd El Salaam venne travolto da un tir durante uno sciopero indetto da Usb: dopo qualche ora di indignazione a reti unificate, tornò a regnare il silenzio totale sulla condizione dei facchini e delle migliaia di lavoratori della logistica quotidianamente sfruttati, sottopagati e soggetti a ogni forma di ricatto e di angheria.
LA MORTE DI ADIL RENDE ANCOR PIU’ EVIDENTE CIO’ CHE ERA GIA’ CHIARO ALLA LUCE DELLA CRESCITA ESPONENZIALE DELLE MORTI SUL LAVORO REGISTRATE IN QUESTI MESI DI CRISI PANDEMICA: PER I PADRONI I PROFITTI VALGONO PIU’ DELLA VITA UMANA
Il premier Draghi piuttosto che versare lacrime di coccodrillo dovrebbe spiegare per quale motivo da oltre 3 mesi il SI Cobas sta chiedendo al governo un tavolo di crisi al Mise per risolvere la vertenza alla Fedex di Piacenza con 280 lavoratori buttati per strada solo a causa della loro appartenenza al nostro sindacato, senza ricevere mai risposta e, anzi, ricevendo in cambio cariche e manganellate della polizia quando lo scorso 21 maggio ci siamo recati in presidio sotto Palazzo Chigi; dovrebbe spiegare come mai da oltre un anno il SI Cobas si batte per ottenere dal governo (prima Conte, ora l’attuale) il varo di protocolli vincolanti sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro senza mai aver ricevuto alcuna risposta; dovrebbe spiegarci come mai il governo stia sponsorizzando piani di ristrutturazione che prevedono migliaia di licenziamenti e una generale precarizzazione dei contratti (oggi in Fedex, domani dappertutto) senza che le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nella logistica siano convocate ai tavoli di trattativa.
I vertici di Cgil-Cisl-Uil dovrebbero spiegarci come si concilia il giusto sciopero per la morte di Adil con l’opera sistematica di demonizzazione e criminalizzazione condotta dai confederali contro il SI Cobas (solo per restare agli eventi più recenti, gli inviti alla polizia ad intervenire contro le lavoratrici e i lavoratori in sciopero alla Ceva di Stradella) e, più in generale, contro il sindacalismo combattivo.
Per questo denunciamo con forza che questa morte non è stata provocata dalla follia di un singolo, bensì è il frutto di una guerra a tutto campo contro la classe lavoratrice, alimentata dell’omertà delle istituzioni e dal collaborazionismo dei vertici confederali. Domani Adil sarebbe stato con noi a Roma per manifestare contro lo sblocco dei licenziamenti, contro il rinnovo-farsa del Ccnl Trasporto merci e logistica, e a sostegno della lotta dei lavoratori Fedex di Piacenza.
Il dolore per la perdita del nostro dirigente nazionale ad opera di un vigliacco criminale è indescrivibile, ma non appanna, anzi rafforza le ragioni della manifestazione di domani a Roma: perchè si tratta delle stesse ragioni e della stessa causa per cui Adil si batteva da anni e che sono alla base della tragedia di stamattina: la lotta per l’emancipazione dei proletari dalla barbarie capitalistica.
Saremo alle 14 a Piazza della Repubblica per portare la nostra rabbia e le nostre lotte fin nel cuore della capitale, e invitiamo tutti i lavoratori e i solidali alla massima partecipazione.
Al contempo, sosteniamo fin d’ora ogni iniziativa tesa a denunciare e smascherare le responsabilità oggettive del gruppo Lidl per il barbaro assassinio di Adil.
ADIL VIVE NELLE NOSTRE LOTTE! IL SUO SANGUE NON SARA’ VERSATO INVANO! ONORE A TE, COMPAGNO!
FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI ED I LORO GOVERNI.
MILANO: Via Larga angolo Via Pantano Ore 16.00
Noi lavoratori della logistica considerati carne da macello, con le nostre vite considerate un’inevitabile costo da pagare; noi addetti alla sanità, infermiere, infermieri e medici diventati “eroi” nel momento stesso in cui venivamo mandati al massacro; noi lavoratori immigrati delle campagne sfruttati e sottopagati; noi addetti alle pulizie; noi operai di fabbrica trattati al pari delle macchine con cui lavoriamo in catena di montaggio; noi lavoratori del turismo e dello spettacolo, senza lavoro e senza salario; noi insegnanti e supplenti precari; noi disoccupati, intermittenti, precari e a nero dai mille lavori e contratti, spremuti come limoni nei mille rivoli del decentramento della produzione capitalista e costretti a sopravvivere con paghe da fame; noi donne proletarie discriminate per il loro genere; noi rider che incontrate sulle nostre biciclette per portarvi a casa il cibo; noi studenti di scuole squalificate e senza futuro abbiamo deciso di prendere in mano le sorti delle nostre vite, con la consapevolezza che i nostri interessi immediati e futuri sono contrapposti e incompatibili agli interessi di chi ci sfrutta e di chi ci governa.
Abbiamo compreso insieme che è necessario ripartire con la lotta proprio dai nostri bisogni materiali indicando però anche l’immaginario di un nuovo tipo di società possibile, necessaria e indispensabile per il loro completo soddisfacimento: una società libera dal capitalismo e dalle sue logiche di miseria e di sfruttamento
Abbiamo deciso, dopo diversi momenti di confronto nazionale di convergere e di dar vita a un patto d’azione, un fronte unico anticapitalista che ricomponga, nel conflitto e nella prospettiva politica di una trasformazione radicale della società, le diverse lotte presenti sul piano nazionale e locale.
Abbiamo deciso di scendere in piazza SABATO 6 GIUGNO per una giornata di mobilitazione nazionale articolata in tutti territori dove ad ora siamo presenti, con una piattaforma di rivendicazioni unificanti.
Al degrado e alla miseria attuale i proletari devono contrapporre un’alternativa di classe tesa al superamento della schiavitù salariata, e perciò incompatibile con gli interessi di sopravvivenza del capitale.
Facciamo appello a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche che condividono questa necessità, e ai singoli proletari stanchi di sfogare la propria rabbia solo sui social virtuali, a partecipare in massa alla giornata del 6 giugno e ai prossimi appuntamenti del Patto d’azione.
1- Salario medio garantito per disoccupati, sottoccupati, precari e cassintegrati;
2- Riduzione drastica e generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario: lavorare meno, lavorare tutti;
3- I costi della pandemia siano pagati dai padroni, a partire da una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione;
4- Libertà di sciopero e agibilità sindacale: contro i divieti delle questure, dei prefetti e della Commissione di garanzia sugli scioperi: se si lavora si ha anche il diritto di svolgere attività sindacale e di scioperare;
5- Abrogazione dei Decreti-sicurezza: no alla militarizzazione ulteriore dei territori e dei luoghi di lavoro;
6-Drastico taglio alle spese militari (un F35 equivale a 7113 respiratori) e alle grandi opere inutili e dannose (quali TAV, TAP, Muos);
7- Piano di assunzione di nuovo personale sanitario: scorrimento degli idonei e delle idonee nelle graduatorie pubbliche e stabilizzazione dei precari e delle precarie, per garantire anche l’abbattimento dei turni di lavoro e le ferie bloccate;
8- Requisizione immediata di tutte le cliniche private, anche oltre l’emergenza, per ricostruire tutti i servizi sanitari territoriali distrutti; contro la mercificazione della salute, per un servizio sanitario unico, universale, efficiente e gratuito;
9- Regolarizzazione e sanatoria per tutti gli immigrati, a partire dalle migliaia di “irregolari” del settore bracciantile; contro la regolarizzazione-beffa “Conte- Bellanova”: permessi di soggiorno, documenti anagrafici e riconoscimento pieno per tutti gli immigrati; garanzia di salario diretto e indiretto, diritto all’abitare e assistenza sanitaria; chiusura dei CPR e riapertura dei porti;
10- Blocco immediato degli affitti, dei mutui sulla prima casa e di tutte le utenze (luce, acqua, gas, internet) per i disoccupati e i cassintegrati; blocco a tempo indeterminato degli sgomberi per tutte le occupazioni a scopo abitativo;
11- Revoca di qualsiasi progetto di Autonomia differenziata che penalizza i proletari e i lavoratori del Sud;
12- Amnistia e misure alternative per garantire la salute di tutti i detenuti e di tutte le detenute;